Unioni Civili: le cose cambiano, ma non c’è da festeggiare.
febbraio 25, 2016 § Lascia un commento
L’epilogo della storia del Ddl sulle Unioni Civili lascia amarezza.
Quell’atto di responsabilità da parte della politica, non verso se stessa ma verso l’intera comunità, che mi auguravo giorni fa, non c’è stato.
È stata una sconfitta della politica non aver colto, e fatto cogliere, il significato della proposta integrale, peraltro non così radicale. Una sconfitta della politica schiacciata su se stessa, in una dinamica di mantenimento di equilibri e riconoscimento di logiche di contrapposizione, quando invece avrebbe dovuto coraggiosamente intraprendere la strada dei diritti, oltre ideologie e schieramenti, e avvicinarsi di più al sentire della società. Quella società e opinione pubblica che è più avanti di lei come hanno chiaramente raccontato le piazze delle ultime settimane, colme di manifestanti a favore delle unioni civili e della Step Child Adoption..
Ed è una sconfitta il ricorso alla fiducia, e l’affidarsi ad una maggioranza d’aula anomala e costruita ad hoc, lasciandosi pezzi indietro.
Verrà votata questa proposta, definita da un maxiemendamento, che sostituisce integralmente il testo finora in discussione.
Avremo finalmente una legge che riconosce l’unione civile e tutti i diritti delle coppie unite civilmente (eredità, diritto al mantenimento, agli alimenti, alla pensione di reversibilità, al ricongiungimento familiare, assegni familiari, al diritto di ricevere informazioni sullo salute del proprio compagno, etc).
Ma avremo una legge incompiuta, che non riconosce il dovere di fedeltà e non tutela i figli, negando il diritto dei minori delle coppie LGBT al riconoscimento giuridico della relazione con i propri genitori.
Ma avremo una legge incompiuta, che non riconosce il dovere di fedeltà e non tutela i figli, negando il diritto dei minori delle coppie LGBT al riconoscimento giuridico della relazione con i propri genitori.
La politica ha mancato al suo compito, non si è presa la responsabilità di guidare un cambiamento più forte, lasciando in mano ai tribunali la possibilità di ristabilire principi di equità.
Quello che avremo è un primo timido passo, che ci mette sulla strada giusta del riconoscimento delle unioni civili, ma che lascia insoddisfatti, e consapevoli che ci sia molto da fare e da cambiare, soprattutto nella politica, che ancora una volta si è dimostrata distante dalla vita vera.
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