Scuole Aperte: proposte per un progetto strategico per la città
giugno 18, 2014 § Lascia un commento
Su Arcipelago Milano di questa settimana, le mie proposte, sollecitate dal recente convegno “Verso il Forum nazionale delle scuole aperte” che si è svolto a Milano il 16 giugno.
Aprire a Milano più scuole possibili, fino a sera, il sabato, la domenica, durante le vacanze, deve essere un obiettivo strategico per la nostra città, perché progettare scuole aperte al territorio è uno strumento di partecipazione unico che può coinvolgere tutti i livelli della cittadinanza e tutti i tipi di territorio. Obbiettivo da raggiungere attraverso un lavoro trasversale, partecipato e condiviso, tra scuole, amministrazione (centrale e decentrata) e associazioni che lavorano e creano reti sul territorio .
Perchè non partire subito con una sperimentazione a campione in tutte le zone da settembre?
Mangiare a scuola: qualità e sostenibilità
febbraio 9, 2012 § Lascia un commento
Oggi in Commissione Educazione l’Assessore all’educazione e la Presidente di Milano Ristorazione hanno ascoltato consiglieri e genitori delle commissioni mensa. Tanti interventi, argomenti diversi e tante richieste di discontinuità dalla gestione precedente. Ho sempre pensato che il servizio di ristorazione scolastica sia in primo luogo un Servizio e quindi che siano necessarie politiche di indirizzo che non devono avere nel criterio del risparmio economico il faro illuminante, ma che sia indispensabile pensare prima a ciò che consente le migliori condizioni di qualità per i bambini, ma a cascata per la città intera: quindi più attenzione ai cibi, alla sostenibilità, cioè meno plastica meno trasporti, meno sprechi e rifiuti, e più attenzione alla qualità della relazione tra piccoli e grandi in questo momento di crescita. Nel mio breve intervento di oggi alcune proposte: le commissioni mensa sono un valore aggiunto e non un punto critico, madri e padri che mettono a disposizione tempo ed energie per un bene comune, dovrebbero avere un riconoscimento dentro i Consigli Scuola e d’Istituto; la plastica dei piatti può essere sostituita dal materb-bi? Il criterio di questa scelta non può essere solo il maggiore o minore costo del materiale, ma ciò che fa meno male all’ambiente cioè a noi, e i bicchieri usa e getta possono essere sostituiti da bicchieri in plastica dura che il comune può regalare ad ogni bimbo (magari cominciamo dalle materne, e magari lo sponsor si trova pure); l’amministrazione deve dare a chi fornisce il servizio linee di indirizzo chiare e lineari e renderle pubbliche; il contratto di servizio con MIRI deve essere applicato senza le storture e gli aggiustamenti indebiti degli ultimi anni. Alcuni importanti passi avanti sono già stati fatti nei criteri introdotti nei bandi per le forniture (rapporto di 60% e 40% tra economicità e qualità delle derrate, sostenibilità degli imballaggi e trasporti, tracciabilità e km 0), ritorno alle termiche in inox come da contratto. Manca ancora la definizione di un organismo di controllo indipendente, e un pensiero più articolato sul centro cucine di Sammartini, che tanto (troppo) è costato; ma ho fiducia che ci sarà discontinuità con la gestione precedente e che un’altra modalità e qualità del servizio sia possibile.
Tempi scolastici e tempi urbani.
gennaio 7, 2012 § Lascia un commento
http://www.arcipelagomilano.org/archives/16185.
TEMPI URBANI: UNA MINIERA INESPLORATA
di Paola Bocci
Una delle sfide importanti che la nostra città affronterà a partire dal nuovo anno, sarà lo studio e l’elaborazione di un nuovo Piano Urbano dei Tempi e degli Orari. Nuovo perché Milano non parte da zero: all’inizio degli anni ’90 si è dotata di un Piano efficace che poi è stato dimenticato e che va adeguato ai nuovi bisogni e alla nuova visione di città.
La città oggi ha più che mai bisogno di questo strumento strategico di pianificazione temporale che interviene in modo organico sulla relazione tra l’uso individuale del tempo e il tempo collettivo e ‘sociale’ della città, coordinando gli orari dei servizi pubblici, del lavoro, delle scuole e del commercio con i flussi della mobilità, per migliorare la qualità della sua vita urbana.
Quando si decide di registrare l’orologio della città per restituire un equilibrio più disteso a chi ci vive, uno dei comparti chiave è quello dei tempi della scuola, che negli ultimi vent’anni ha registrato grandi cambiamenti.
Non è semplice rimodulare i tempi della rete scolastica di una grande città come Milano, perché significa agire su fattori complessi come il progetto pedagogico, la conciliazione, i tempi delle famiglie e del personale che nella scuola lavora, le abitudine consolidate nel tempo.
La definizione degli orari e dei tempi delle scuole coinvolge tutti gli aspetti dell’organizzazione scolastica: dalla distribuzione degli edifici scolastici sul territorio, con i relativi bacini e flussi d’utenza, al dimensionamento degli istituti, dai diversi modelli didattici ai modi e tempi d’uso delle strutture in relazione al tempo della didattica e dell’extra didattica.
Gli orari scolastici sono spesso gli elementi cardine attorno ai quali si organizza la vita delle famiglie con bambini, con sensibili differenze a secondo dell’età dei figli.
Le famiglie con bambini che frequentano nidi e materne, esprimono un bisogno di prossimità, centrato soprattutto sul rapporto casa-scuola ed una forte richiesta di flessibilità nella finestra dell’ingresso e spesso anche dell’uscita da scuola, legata all’avere figli di età diverse (prescolare e scolare dell’obbligo), bambini cioè che hanno ancora bisogno di essere accompagnati a scuola.
La risposta migliore a questa domanda di flessibilità, può essere data in primo luogo dalla maggiore autonomia di scelta sugli orari delle scuole stesse che, conoscendo e analizzando i bisogni dei bambini e delle famiglie che accolgono, e in relazione alla vicinanza o meno delle scuole che frequentano i fratelli, devono poter avere margini di discrezionalità nel decidere come meglio calibrare ingressi e uscite.
Se in questo momento l’asse degli spostamenti e percorsi è ancora quello casa-scuola, le trasformazioni legate soprattutto alla maggiore occupazione femminile, richiederebbero un ripensamento dei criteri di accesso alle scuole dei più piccoli che tengano conto anche della prossimità ai luoghi del lavoro e alla abitazione dei nonni.
Con il passaggio alla scuola dell’obbligo riveste più importanza il rapporto casa-scuola-luoghi del tempo libero, e nell’armonizzazione di queste componenti incidono sia i modelli didattici (tempo pieno, modulo, rientri), sia la capacità delle scuole di essere aperte e accessibili oltre i tempi della didattica. Il criterio di prossimità devono essere esteso in un sistema di domino anche agli spazi pubblici vicini (biblioteche, parchi, luoghi di aggregazione) con interventi mirati sugli spostamenti, sulla congestione, sul traffico, sui nodi problematici della mobilità pubblica collettiva e privata, sulla tutela e la qualità della mobilità debole.
Se la risposta al bisogno di ‘prossimità’ delle scuole per i bambini più piccoli influisce soprattutto sulla vivibilità e sulla qualità urbana di un pezzo di città, il pensiero sui tempi delle scuole medie e superiori, richiede un approccio ad una scala più ampia: gli studenti infatti si muovono sempre più da soli, a coppie o in gruppi di consimili, senza necessità di essere accompagnati e i loro spostamenti investono il tempo sociale e il sistema di mobilità urbana della città nel suo complesso.
Sono più di 60.000 gli studenti milanesi che frequentano le scuole secondarie superiori, e moltissimi si muovono al mattino utilizzando i mezzi pubblici alla stessa ora di chi li usa per andare a lavorare. La congestione del trasporto pubblico in quel momento è altissima, e varrebbe la pena di fare delle ipotesi di cambiamento degli orari di ingresso delle scuole secondarie, spostando le lancette più avanti. Studi sperimentali condotti soprattutto all’estero hanno dimostrato che il tasso di rendimento e la capacità di concentrazione negli adolescenti aumenta se l’orologio della prima ora di lezione si sposta in avanti di un’oretta circa. Pensiamoci, e proviamo a valutare le opportunità e le incidenze attraverso una sperimentazione.
In alcune città italiane come Cremona e Bolzano, all’interno del nuove politiche temporali urbane, L’amministrazione pubblica ha prodotto progetti specifici sugli orari scolastici, a partire dall’istituzione e dal coordinamento di tavoli di lavoro di coprogettazione partneriali e trasversali con tutti gli attori (studenti, famiglie, insegnanti, direzioni didattiche, Provveditorato, Settori educazione e mobilità, Università, Zone di decentramento).
Attraverso questo percorso di partecipazione possono essere definiti strumenti efficaci d’indagine (come questionari rivolti a studenti, famiglie, personale elaborati insieme agli stakeholders stessi), strumenti analitici (analisi di calendario e rappresentazioni cronografiche degli orari degli istituti scolastici), e strumenti di confronto tecnico su esigenze specifiche coinvolgendo livelli istituzionali omologhi e superiori (Comuni, Provincia, Regione), senza trascurare gli investimenti in comunicazione, per raccontare le ipotesi di scenari futuri, per divulgare i risultati delle sperimentazione.
Occorre tempo e grande disponibilità all’ascolto, ma la via è tracciata dalle più aperte modalità di confronto con la città che questa nuova Amministrazione ha cominciato a sperimentare in questi mesi.
Una occasione da non perdere
Maggio 5, 2011 § Lascia un commento
Una occasione da non perdere: la ristrutturazione del nuovo edificio scolastico di via Deledda come sede di un polo di istruzione linguistica e dei licei civici serali chiusi dall’Assessore Moioli.
A giorni sarà inaugurato l’edificio scolastico in via Deledda 2, dopo un intervento accurato di ristrutturazione della sede dell’ex Istituto Professionale Settembrini.
Questo edificio rimesso a nuovo può diventare un grande centro dell’istruzione civica, riunendo gli indirizzi liceali e tecnici di specializzazione linguistica a frequenza diurna, rinnovandone gli indirizzi e inaugurando un polo linguistico a certificazione Europea e accogliendo negli orari serali gli indirizzi civici liceali chiusi dall’Assessorato Moioli.
Nel programma di Giuliano Pisapia le scuole civiche tornano ad avere l’importanza e la dignità che è stata cancellata dall’attuale governo della città.
Quando proponiamo per Milano un Istituto Europeo che rappresenti il polo linguistico internazionale che la città aspetta da sempre, sappiamo di avanzare un progetto già da ora realizzabile. La sede di Via Deledda è pronta e ci ha colpito per i suoi spazi, per le sue potenzialità, per i criteri con cui è stata ristrutturata. Il personale è già a disposizione con le sue competenze accumulate negli anni e la sua voglia di innovazione.
Basta la volontà politica del gestore, cioè del Comune di Milano.
Invece l’Amministrazione negli ultimi anni ha cancellato 7 istituti paritari serali (Ist. Tecnico commerciale, I.T. per geometri, licei serali classico, scientifico, socio psicopedagogico, linguistico e IPIA) con oltre 30 classi; chiuderà il PACLE (Periti Aziendali Corrispondenti Lingue Estere) diurno, fondato nel 1861, nell’anno dell’unità d’Italia e che quindi ha 150 anni, ha ridotto il numero di sezioni del Liceo linguistico Canzoni.
Una scelta politica poco lungimirante per le serali, in un periodo di crisi per il mondo giovanile (dati ISTAT: nel 2009 il 21% dei giovani dai 15 ai 29 in Italia non studia, né lavora, la percentuale più alta d’Europa), e una scelta assurda per le diurne ad indirizzo linguistico, in vista dell’EXPO 2015.
Un polo linguistico europeo che accolga anche la straordinaria esperienza del PACLE.
Pensare che l’Istituto Tecnico Economico possa costituire una parte rilevante di questo polo linguistico a gestione civica, significa rispondere a molti bisogni della cittadinanza.
In primo luogo un Tecnico civico potrebbe mirare a quel livello di eccellenza e di sperimentazione tale da ridare dignità all’intera istruzione tecnica che, umiliata e privata di risorse, è diventata la destinazione di “chi non può fare il liceo”.
In secondo luogo la specializzazione linguistica colmerebbe quella lacuna, ormai evidente a tutti, di un personale tecnico di una metropoli europea che spesso è solo in grado di balbettare qualche parola in inglese.
In terzo luogo è proprio nell’attuale PACLE Manzoni,( che costituisce l’omologo dell’Istituto Tecnico Economico della riforma Gelmini) che si sono sperimentate le prime forme di didattica multimediale.
La proposta, già avanzata dal corpo docente del Pacle all’attuale Amministrazione, ma mai tenuta in considerazione, disegna un Istituto Tecnico Economico–Indirizzo Amministrazione, Finanza e Marketing con una dimensione Europea e, contemporaneamente, ancorato alla specificità territoriale. L’EXPO’ è l’anello di congiunzione di queste due realtà.
L’evento internazionale del 2015 richiederà, tra le molte professionalità, anche un personale tecnico, giovane e dinamico, in grado di essere a conoscenza dei processi organizzativi e di collaborare all’organizzazione di eventi grandi e piccoli, e capace di relazionarsi in lingua straniera a vari livelli con un pubblico internazionale, per la gestione e l’erogazione dei servizi e per ogni forma di comunicazione conoscere in modo diretto o indiretto le tecnologie multimediali.
L’Università e il mondo del lavoro lamentano da anni un pericoloso scollamento tra scuola superiore da un lato e corsi accademici e attività lavorativa dall’altro. Questo Istituto Tecnico propone al suo interno un modulo “Ponte per il futuro, per il successo post-scolastico” atto a sviluppare l’imprenditorialità che, non a caso, costituisce una delle otto Competenze chiave per l’apprendimento permanente della Commissione delle Comunità Europee.
Proposte forti della rivisitazione del Pacle sono i moduli di approfondimento nel Management della Pubblica Amministrazione, e sul Bilancio Sociale degli Enti Pubblici e la possibilità per gli allievi di sostenere uno stage presso gli uffici del Comune e le Aziende Municipalizzate di Milano.
Un altro punto di forza sono i servizi della mediateca MediaMi che oltre ad essere rivolti agli allievi e insegnanti delle scuole civiche, potranno essere poi messi a disposizione della cittadinanza milanese e nazionale.
Un luogo per rilanciare le civiche paritarie serali: tradizione d’eccellenza e opportunità di sapere.
La riapertura dei licei serali riporterebbe Milano in quella posizione d’avanguardia che ha sempre avuto rispetto all’istruzione pubblica per gli adulti (comunale e statale), sia per radici storiche, sia per ricchezza e eccellenza dell’offerta (licei, istituti tecnici e professionali). Un ruolo che sarebbe oggi ancor più significativo, dato che i civici licei paritari serali – delle scienze umane, linguistico, scientifico e classico – diventerebbero non solo gli unici licei serali pubblici in Italia, ma gli unici in assoluto.
Gli studenti che frequentano una scuola paritaria serale, in particolare un corso di liceo, si sforzano di recuperare un percorso scolastico, passando per anni le proprie sere sui banchi, spesso dopo una faticosa giornata di lavoro; i civici licei serali si sono costantemente caratterizzati per un ridotto livello di dispersione scolastica, il 100% degli studenti sono stati ammessi all’esame anche nell’ultimo a.s. con i corsi al completo (in tutte le classi finali dei 3 indirizzi attivati.
In seguito alle disposizioni del Ministro Gelmini i licei serali milanesi esistenti sono stati chiusi e non è prevista nessuna riapertura futura di corsi di liceo delle scienze umane, linguistico, scientifico e classico.
Chi vuole frequentare corsi serali di liceo oggi può rivolgersi ora solo ai corsi di preparazione agli esami d’idoneità (che non danno la possibilità di conseguire direttamente alcun titolo.
Non è però vero che la chiusura delle paritarie serali milanesi comporti un risparmio all’Amministrazione milanese si è anzi determinato un esubero di docenti di ruolo, e se l’edificio che ospitava negli anni scorsi questi indirizzi dovrà essere utilizzato per altri scopi, il nuovo edificio di Via Deledda, sarà praticamente inutilizzato in orario serale.
Il 10 settembre 2010 il TAR Lombardia ha annullato l’atto di chiusura dei civici licei serali, ma il Comune, condannato anche a pagare le spese legali, fa finta che nulla sia accaduto
Giuliano Pisapia ha fatto della riapertura e del rilancio delle scuole paritarie civiche diurne e serali, un punto chiave del suo programma sulla scuola per il Comune di Milano, e questa è una grande prospettiva per coloro che credono ancora che la scuola pubblica debba garantire gli stessi diritti e opportunità per tutti.
Pubblicato su Scuola Oggi il 4 Maggio 2011
La scuola materna che vorrei
Maggio 4, 2011 § Lascia un commento
Ieri sono stata all’inaugurazione di una scuola materna in viale Suzzani dove Mariolina Moioli ha tagliato il nastro, come peraltro aveva già fatto 7 mesi fa (nella stessa scuola…). Ma vogliamo di più delle messinscene elettorali, perchè le scuole dei più piccoli in questi anni, hanno perso qualità, nonostante i proclami dell’Assessore. E i genitori se ne rendono ben conto, e hanno scritto una lettera aperta ai candidati sindaco, come cita l’articolo di oggi di repubblica.
Ripensiamo alle scuole dei più piccoli come luoghi di educazione e non di pura custodia, dove abbiamo perso centinaia di educatrici, che vanno reintegrate, dove non possiamo più concedere che ci siano 29 bambini per classe, ma ritornare a 25 per classe, dove il rapporto con le famiglie deve tornarei ad essere diretto e di confronto e condivisione.
Scuole d’infanzia le cui carte dei servizi devono essere scritte insieme ai genitori dei consigli scuola e agli educatori, a Torino si fa, dove chi fornisce i pasti deve rispettare il contratto e essere sottoposto a verifiche costanti di un organo di controllo INDIPENDENTE, di cui fanno parte anche i genitori delle commissioni mensa; dove l’attenzione ai bambini disabili è qualificata e le insegnanti di sostegno e di classe sono supportate da formazione di qualità in ingresso e in servizio; dove le ausiliarie tornino ad essere in numero sufficiente e con mansioni che possano garantire il supporto ai bambini, alle maestre ed alla scuola. Dove le strutture siano manutenute non solo perchè c’è un emergenza.
Proposte e pensieri, sono articolati in questo documento del Gruppo Infanzia PD di cui faccio parte , pubblicato a settembre 2010: (doc_gruppoinfanziaPD)
L’educazione è l’unica medicina
aprile 27, 2011 § Lascia un commento
L’educazione è l’unica medicina. In questo video un professore, studenti e genitori esplorano in bicicletta gli argini dell’Isonzo nei pressi di Gradisca. Lo stesso luogo, a distanza di ore, presenterà un’amara sorpresa ai giovani che avranno modo di meditare sulle conseguenze di certi comportamenti.
Ricordati di ricordare
aprile 20, 2011 § Lascia un commento
Ascolto le voci dei partigiani che ricordano e descrivono le atrocità commesse all’albergo Regina, nel documento proiettato oggi alla sede dell’ACLI di via Conca. Penso a mia nonna che diceva sempre: “… ricordati di ricordare“.
E penso ai ragazzi delle scuole di Milano, a quanto poco venga loro raccontato di ciò che è accaduto in questa città e in tutta Italia in quegli anni. Se le scuole rimanessero aperte tutto il giorno – tutti i giorni! – forse si potrebbero organizzare eventi affinché chi ha vissuto gli orrori di quegli anni possa raccontare e aiutare così i ragazzi a comprendere e non dimenticare.
La scuola pubblica è di tutti noi e dei nostri figli.