Il caro affitti e i 15.000 appartamenti non utilizzati di Aler

Maggio 9, 2023 § Lascia un commento

Ilaria ha dormito in tenda fuori dalla sua università, il Politecnico di Milano, in segno di protesta contro il caro affitti.

Milano attira molti studenti da altre province e da altre regioni, ma sempre più spesso solo chi se lo può permettere sceglie di stare a vicvere in città.

Nel contempo regione Lombardia ha 15.000 appartamenti non utilizzati e sfitti di Edilizia Residenziale Pubblica, e il Governo cancella il fondo sostegno affitti, mentre dovrebbe appostare almeno un miliardo di euro e predisporre un piano nazionale sull’edilizia sociale e popolare.
Regione Lombardia deve fare la sua parte sulle politiche abitative, riqualificando in tempi brevi gli alloggi per poterli assegnare e mettere in campo concrete politiche sull’abitare di supporto ai giovani, per giovani coppie, ma anche per gli studenti, perché i costi inavvicinabili per i giovani porteranno a un accesso agli studi universitari legato per lo più al censo o a dove si nasce.

Anche la possibilità di avere un alloggio a prezzo equo fa parte del Diritto allo studio.

Perché Regione Lombardia non stanzia risorse allo scopo?

Negato il patrocinio e l’illuminazione del Pirellone per il MilanoPride

Maggio 8, 2023 § Lascia un commento

Regione Lombardia nega il patrocinio alla manifestazione e lascia spento il Pirellone.

Per il Gruppo PD in Lombardia., insieme alla Lista Patto Civico, a SI_ Verdi. ai consiglieri del M5S, e a Lisa Noja per il Terzo Polo, ho chiesto formalmente alla Presidenza del Consiglio di Regione Lombardia, un segno tangibile di vicinanza alla comunità #lgbtqiaplus, illuminando Palazzo Pirelli con i colori dell’arcobaleno in occasione del Milano Pride, che si terrà a Milano il 24 di giugno.

Ancora una volta la maggioranza di destra che governa la regione ha dimostrato indifferenza e ha respinto la richiesta, ignorando anche le richieste delle associazioni che organizzano il Pride.

Non stupisce, ma non ci fermeremo qui e continueremo a chiedere rispetto e attenzione per l’uguaglianza e i diritti di tutti.

Rassegna Stampa – Articolo su Fan Page sull’esclusione delle donne dalla Dote Unica Lavoro – 4 maggio 2023

Maggio 4, 2023 § Lascia un commento

Delle linee di indirizzo della Fase V della Dote Unica Lavoro, che prevede una platea di beneficiari solo maschile ne ho parlato con Chiara Daffini, che ha scritto per Fanpage un articolo ampio e

https://www.fanpage.it/milano/regione-lombardia-dedica-il-percorso-di-inserimento-lavorativo-solo-ai-maschi-scoppia-la-polemica/

Un errore l’esclusione delle donne dalla Dote Unica Lavoro -La mia interpellanza all’assessore – Intervento in aula, 2 maggio 2023

Maggio 3, 2023 § Lascia un commento

Regione Lombardia deve avere tra le sue priorità il sostegno all’occupazione femminile anche nei fatti.

Invece, le linee guida della quinta fase della Dote Unica Lavoro, a sostegno della riqualificazione e del reinserimento lavorativo, i destinatari sono solo uomini.

Ho sollevato la questione con un’interpellanza in aula, perché ritengo che questa esclusione sia discriminatoria, e quindi sia necessario eliminare la restrizione dell’accesso al solo genere maschile previsto da questa misura, regolando invece le erogazioni delle misure regionali senza introdurre norme con divieti che di fatto escludono le donne da questa opportunità.

La precarietà del lavoro delle donne e il basso tasso di occupazione femminile sono evidenti, ed è anche di chi governa la nostra Regione la responsabilità di colmare questi divari, intervenendo con tutti i sostegni possibili.

Replica alla risposta dell’assessora Tironi

#OpzioneDonna torni ai requisiti precedenti alla Legge di bilancio 2023

aprile 18, 2023 § Lascia un commento

Il Governo Meloni, nella legge di bilancio di dicembre, ha stravolto  #OpzioneDonna, una misura straordinaria che consente il pensionamento anticipato straordinario per le lavoratrici dipendenti o autonome,  con 35 anni di contributi minimi.

Le modifiche introdotte hanno escluso migliaia di donne dal suo utilizzo a causa di nuovi requisiti più restrittivi:

  • Età di accesso legata ai figli: 60 anni se non si hanno figli, 59 con un figlio, 58 con due o più o se si è lavorato per un’impresa in crisi.
  • Assistenza di almeno 6 mesi, di un familiare o convivente con handicap grave, se l’assistito non ha altri familiari che possono seguirlo oppure se questi hanno disabilità o più di 70 anni;
  • Ridotta capacità lavorativa, con invalidità civile almeno del 74%;

Per questo va ripristinata Opzione Donna com’era prima della legge di bilancio 2023, come chiede la mozione depositata alla Camera da Andrea Orlando, e sottoscritta tra gli altri anche da Chiara Gribaudo, Chiara Braga, Arturo Scotto.

In quattro mesi il Governo non ha fatto nulla per ristabilire l’equità sociale: gli interessa di più fare cassa.

Sulla pelle delle lavoratrici.

Istituite le commissioni permanenti e speciali del Consiglio Regionale – Un errore separare sanitario dal sociosanitario.

aprile 5, 2023 § Lascia un commento

La Giunta Regionale di destra sembra essere ancora immobile, o meglio più impegnata a gestire delicati equilibri di spartizione di incarichi, che a occuparsi di risolvere con urgenza le criticità sempre più evidenti dei nostri territori: nulla si muove per le liste d’attesa in sanità, né per contrastare la preoccupante siccità che colpisce anche la nostra Regione.

L’Istituzione e la definizione dei contenuti delle commissioni è stata tutta una questione interna alla maggioranza, che sembra interpretare la necessità di rispondere a una logica spartitoria più che agevolare i lavori del Consiglio.

La precedente commissione Sanità è stata spacchettata in due commissioni, facendo l’errore madornale di separare il servizio sanitario dall’ambito sociosanitario e dalle politiche sociali: davvero un passo indietro ignorare la necessità di stretta integrazione tra questi ambiti.

Avevamo proposto l’istituzione di una nuova commissione dedicata alle competenze relative a Pari Opportunità, alle politiche per l’immigrazione, con focus sui diritti, integrazione e inclusione sociale, e invece la nuova commissione ha inglobato in sé competenze eterogenee, togliendo la disabilità e i servizi sociosanitari alla commissione che si occupa di Sanità, e inserendo in questa nuova commissione anche la casa e l’housing sociale, quando è materia di programmazione urbanistica.

Bocciata dalla maggioranza anche la richiesta dell’istituzione di una Commissione d’Inchiesta su Salute e Sicurezza nei luoghi di lavoro in Lombardia.

Sul tema strategico delle società partecipate, non è stato ritenuto importante dedicare spazio dedicato alla valutazione e controllo della loro efficacia.

La maggioranza ha deciso tutto da sola, nessuna delle obiezioni più sostanziali sollevate dalle opposizioni è stata accolta, né durante il percorso di elaborazione della delibera portata in aula, né in sede di dibattito in aula di consiglio, una brutta premessa per il lavoro che ci aspetta nei prossimi anni.

Le commissioni istruttorie saranno in totale 14, di cui 9 permanenti e cinque speciali.

Queste le competenze delle commissioni ordinarie:


I COMMISSIONE – Programmazione, bilancio, società controllate e partecipate
Programmazione; coordinamento della finanza pubblica; bilancio e fiscalità; credito; istituti ed enti
di credito; demanio e patrimonio; accordi di programma; contratti ed appalti della pubblica
amministrazione; enti, aziende e organismi strumentali, società controllate e partecipate
(Amministrazione pubblica); statistica e sistemi informativi; agenda digitale; previdenza
complementare e integrativa; rapporti internazionali e con l’Unione Europea; cooperazione
internazionale.


II COMMISSIONE – Affari istituzionali
Affari istituzionali; rapporti Stato-Regioni-Enti Locali; conferimento e devoluzione di funzioni e
compiti dallo Stato alla Regione e agli Enti Locali; autonomie locali e funzionali; riforme
istituzionali, città metropolitana; semplificazione, trasparenza dell’attività amministrativa e
controlli; ordinamento regionale; organizzazione e personale; sicurezza; immigrazione; polizia
amministrativa locale; iniziativa popolare e referendum.


III COMMISSIONE – Sanità
Servizio sanitario regionale; programmazione sanitaria; edilizia sanitaria; prevenzione sanitaria;
tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro; associazionismo, volontariato e terzo settore
(ambito sanitario); veterinaria; animali d’affezione.


IV COMMISSIONE – Attività produttive, istruzione, formazione e occupazione
Industria, imprese, PMI e microimprese; artigianato; cooperazione; turismo; commercio;
consumatori; fiere; sostegno all’innovazione per i settori produttivi; servizi alle imprese e
promozione delle attività produttive; tematiche connesse alla delocalizzazione delle imprese;
mercato del lavoro; occupazione e crisi aziendali; istruzione, formazione e strumenti formativi per
l’inserimento lavorativo; professioni; acque minerali e termali.


V COMMISSIONE – Territorio, infrastrutture e mobilità
Governo del territorio; urbanistica; edilizia; paesaggio; parchi e riserve naturali; tutela e difesa del
suolo; assetto idrogeologico; intermodalità; infrastrutture e opere pubbliche; mobilità; reti di
trasporto e di navigazione; porti e aeroporti civili.


VI COMMISSIONE – Ambiente, energia e clima, protezione civile
Valorizzazione dei beni ambientali; biodiversità; valutazione di impatto ambientale; inquinamento;
gestione dei rifiuti; mitigazione dei cambiamenti climatici; fonti di energia rinnovabile; immissioni
in atmosfera; bonifiche ambientali, cave, torbiere e miniere; risorse idriche e qualità dell’acqua;
servizio idrico integrato; produzione, trasporto e distribuzione dell’energia; economia circolare;
protezione civile; sicurezza industriale; vigilanza ecologica.


VII COMMISSIONE – Cultura, ricerca e innovazione, sport, comunicazione
Valorizzazione del patrimonio culturale; identità e peculiarità territoriali; promozione e
organizzazione di servizi e attività culturali; grandi eventi; comunicazione e media; sport e
politiche per i giovani; sviluppo e promozione dell’attività sportiva; impiantistica sportiva associazionismo sportivo; contrasto al bullismo e al cyber bullismo; università, ricerca e
innovazione.


VIII COMMISSIONE – Agricoltura, montagna e foreste
Sviluppo, sostegno e promozione del settore agricolo, rurale, silvo-pastorale, della pesca, del
sistema produttivo agroalimentare e tutela delle produzioni tipiche di qualità; tutela del suolo
agricolo; foreste e viabilità agro-silvo-pastorale; enti e soggetti operanti nel settore agricolo;
sorveglianza fito-sanitaria; bonifica e irrigazione; alimentazione e nutrizione; attività agrituristiche;
attività venatoria; funghi ipogei ed epigei; usi civici; utilizzazione agronomica dei fertilizzanti
azotati; sviluppo delle aree montane.


IX COMMISSIONE – Sostenibilità sociale, casa e famiglia
Politiche per la famiglia, minori e anziani; genitorialità e promozione della natalità; pari
opportunità e diritti civili; servizi sociali e sociosanitari; fragilità sociale, disabilità e politiche di
inclusione; associazionismo, volontariato e terzo settore (ambito sociale e sociosanitario); casa,
servizi abitativi e housing sociale.

Queste le cinque commissioni speciali:

  • Commissione speciale dedicata ai fondi europei, ai fondi PNRR e all’efficacia dei bandi regionali,
  • Antimafia, anticorruzione, trasparenza ed educazione alla legalità;
  • Autonomia e riordino autonomie locali;
  • Situazione carceraria in Lombardia;
  • Valorizzazione e tutela dei territori montani e di confine; Rapporti tra Lombardia e Confederazione Svizzera.

I diritti delle donne e le politiche delle destre – Intervento al convegno promosso dal Coord Donne SPI CGIL – 31 marzo 2023

aprile 3, 2023 § Lascia un commento

Il 31 marzo sono intervenuta al convegno organizzato dal Coordinamento Donne SPI Cgil, un importante momento di confronto per inquadrare e coordinare azioni, strumenti e politiche volte alla promozione delle Pari opportunità all’interno dei diversi livelli istituzionali  in sinergia con le organizzazioni sindacali.

Incontro ricco di spunti, a partire dall’intervento di Giorgia Serughetti, sociologa che ha ricordato i tratti ideologici comuni alle destre europee, che difendono la famiglia naturale, cioè quella patriarcale, dove la donna è madre e il suo compito è dare figli alla patria, e fatto lucide riflessioni sul linguaggio usato dalla leader italiana, anche capo del Governo, che usa le categorie in modo strumentale e polemico e non accetta di essere interprete di una storia collettiva delle donne.

Interventi puntuali e articolati anche quelli delle donne dello SPICGIL, da Erica Ardenti, che ha richiamato la democrazia della cura, a Merida Madeo, che ha riportato un preoccupante allarme che riguarda la violenza sulle donne anziane, a Federica Trapletti e Oriana Casciani, che ha raccontato la situazione di negazione di diritti delle donne attuata dalla giunta di destra che governa la Regione Umbria.

Mi è stata chiesta una riflessione sulle politiche di genere della nostra Regione, che da 28 anni è governata da forze di destra e centrodestra, ora pericolosamente allineate con le forze che governano l’intero Paese.

Nella precedente legislatura regionale mi sono occupata trasversalmente di politiche di genere, e ho potuto constatare come le Giunta Regionali di centrodestra non abbiano mai visto le pari opportunità come una priorità.

Il discorso programmatico del Governatore Fontana in aula di consiglio, 40 minuti di discorso, non fa sperare bene neanche per il futuro: le donne non sono mai state nominate.

E’ complesso recuperare dati, aggregati e non, sulle politiche di Governo di Regione Lombardia, e su questa questione in particolare, nonostante come opposizione abbiamo sempre sollecitato la Giunta in tal senso, la nostra Regione non si è mai dotata di un “Bilancio di Genere”, come accade invece in altre Regioni da diversi anni (Emilia Romagna, Toscana, Puglia e Liguria per fare alcuni esempi).

Strumento fondamentale per analizzare e capire quali siano i bisogni di cittadini e cittadine, attraverso un’analisi di contesto, e quindi di far emergere come l’istituzione dà risposte a questi bisogni, cioè  come e quanto le politiche dell’istituzione tengano conto di una prospettiva di genere e quale impatto e ricadute abbiano sulle pari opportunità.

Anche in Lombardia, con la pandemia il divario occupazionale tra i generi è aumentato e la maternità è ancora un ostacolo alla realizzazione sul lavoro. Regione Lombardia ha agito a sostegnoi dell’occupazione perlopiù con azioni e contributi universalmente diretti a uomini e donne.  

A giugno del 2021 RL ha predisposto una strategia regionale finalizzata al rilancio dell’occupazione femminile, che dichiarava l’intenzione di mettere in campo a livello legislativo e attuativo interventi mirati alla popolazione femminile di cui però è stato realizzato ben poco, nonostante le linee di finanziamento utilizzino soprattutto risorse del PNRR e della programmazione FSE.

Lo strumento utilizzato in RL è quello della Dote Unica Lavoro, senza un piano organico e azioni davvero mirate che garantissero più opportunità di inserimento, migliore qualità del lavoro e possibilità di crescita professionale alle donne.

In ambito formativo non c’è mai stata un’attenzione dedicata alla promozione dell’orientamento agli studi delle ragazze verso percorsi STEM, né interventi strutturali sull’abbandono scolastico femminile (in aumento), né di potenziamento delle competenze digitali specificamente rivolti alle donne. Scarso interesse a mettere in campo strumenti per contrastare il divario retributivo, visto che anche il Pdl sulla parità salariale nelle sue diverse formulazioni , il primo a mia firma, il secondo bipartisan, non è mai stato discusso.

Il lavoro poi è strettamente legato alle politiche di welfare, e l’attuale sistema di Welfare lombardo non funziona, non sostiene le donne, non le solleva dai carichi di cura, perché non offre appoggi.

Gli asili nido per esempio sono insufficienti, e la misura Nidi Gratis, finanziata con fondi europei, non è la soluzione, perché Bonus e integrazioni alle rette non sono la scelta efficace e non possono essere la  scappatoia alla carenza di servizi educativi e di politiche di sostegno alla cura.

Il potenziamento della rete dei servizi educativi 0/3 è di competenza regionale; in Lombardia è mancato mentre in Emilia Romagna e in   Toscana, ogni anno le Giunte hanno erogato finanziamenti a questo scopo a Comuni e unioni di comuni, utilizzando risorse europee, per funzionamento e gestione.

Non solo i posti negli asili nido sono insufficienti, ma uguale sorte tocca ai servizi di assistenza domiciliare e territoriale ai più fragili, pochi e poco accessibili.

LA Lombardia ha concentrato le sue risorse sulle RSA, sui servizi residenziali, trascurando completamente la rete dei servizi territoriali e a domicilio; gli investimenti sulle cure domiciliari nel 2020 sono stati meno meno dell’1%, del budget destinato alla Sanità, 21 milioni,.

La Lombardia dovrà rimediare anche in ragione degli obiettivi fissati dal PNRR : entro il 2026 ll’ADI deve raggiungere il 10% degli anziani e partiamo da un target basso, sotto il 3% .

Stante questa cronica carenza di servizi la risposta al bisogno finiscono per darla soprattutto le famiglie e in particolare le donne. In Lombardia un paio di anni fa i caregiver familiari sono quasi 400.000, oltre il doppio dei badanti.

Un caregiver familiare su due è anziano, e comunque prevalentemente donne.

In Lombardia negli anni sono stati anche smantellati i consultori familiari pubblici, presidi fondamentali per la salute della donna e sostegno alle famiglie, soprattutto alle fasce con bassi redditi.

Sono pochi e distribuiti in maniera non omogenea sul territorio. Dovrebbero essere 1 ogni 20 mila residenti nelle aree urbane e una ogni 10 mila nelle aree rurali., qui sono in media 1 ogni 40.000, ma anche con picchi di 1 ogni 1000.000. Hanno poco personale e hanno ridotto le prestazioni, anche la dotazione di tecnologie adeguate è a macchia di leopardo.

Non c’è poi rispetto della libertà di scelta e dei diritti sessuali e riproduttivi delle donne.

Perché in Lombardia la piena applicazione della 194, non è garantita: nel 2021 l’obiezione di coscienza è al 60% ma in 7 strutture l’obiezione è al 100%  e il metodo farmacologico, RU486, è residuale  (solo il 35%, nelle regioni più virtuose siamo oltre il 50%).

Per le più fragili, le vittime di violenza, è ora che RL faccia con convinzione la sua parte: mettendo risorse proprie in quantità adeguata per sostenere di più i centri e supportare le vittime a ricostruirsi una vita libera.

Quali sono dunque gli obiettivi che dobbiamo darci e quali le strategie comuni da mettere in campo perché la Lombardia promuova davvero le Pari Opportunità?

  • Introduzione di un Bilancio di genere regionale, completo , con dati di contesto e con analisi della dimensione trasversale, applicata e misurata su  tutte le politiche per evidenziare la ricaduta sulle donne delle norme e delle risorse attivate a Bilancio regionale, e attivare eventuali correttivi.
  •  

Per il Lavoro:

  • Investimenti su formazione e competenze; orientamento agli studi e borse che incoraggino le ragazze verso percorsi STEM, finanziamenti per formazione in competenze digitali e linguistiche e professionalità legate alla transizione ecologica, e per la riqualificazione professionale. E informare su queste opportunità;
  • sostegni all’imprenditoria femminile, accesso al credito e contributi per innovazione tecnologica;
  • strumenti per contrastare il divario retributivo;
  • progetti per la conciliazione e il welfare aziendale, oltre le aree tradizionali e aperti al territorio;
  • più sicurezza sul lavoro.

Per il Welfare e la salute:

  • più servizi educativi e di prossimità, più assistenza domiciliare gestita dal pubblico;
  • potenziamento dei consultori;
  • progetti nelle scuole per la formazione dei giovani su sessualità e affettività;

Violenza di Genere

  • rivedere con i centri e le reti i criteri per la rendicontazione dei contributi;
  • Investire su inserimento abitativo e sostegno all’occupazione, coordinato con un reddito di libertà regionale;

Legge 194

  • Sollecitare intervento di Regione per impedire che l’obiezione di coscienza diventi la negazione del diritto; fuori i cav dagli ospedali.
  • Garantire la possibilità di sceglier il metodo con cui interrompere la gravidanza;
  • Coinvolgere di più la rete consultoriale. 

Le donne nel programma della Giunta Fontana: Assenti – Il mio primo intervento in aula della nuova legislatura(21.3.2023).

marzo 22, 2023 § Lascia un commento

Attilio Fontana ha raccontato ieri in aula di Consiglio il programma della sua legislatura.
Evitando di affrontare i nodi più critici: sanità, trasporto pubblico, diritto alla casa.

Sono intervenuta per una manciata di minuti evidenziando come in 40 minuti e oltre di discorso non ci sia stato alcun accenno alle donne.

Non c’erano proprio, neanche una volta, mai nominate, solo un’unica citazione e generica alle pari opportunità.
Le donne restano invisibili, non certo una priorità.
 
E lontane dalla parità, perché anche nella nostra regione, vince una cultura patriarcale che genera divari e discriminazioni.
 
Divari mai contrastati dai governi regionali di centrodestra.
 
Sono mancate politiche di governo coordinate capaci di rendere le donne protagoniste, valorizzarne i talenti, ridurre disuguaglianze occupazionali, sostenere le più fragili, rispettare la libertà di scelta delle donne.
 
A differenza di altre regioni qui, non c’è stata né la volontà né la capacità di intervenire organicamente e con determinazione in questa direzione, segno di un disinteresse verso la parità di genere, a cominciare dal lavoro delle donne.
 
Abbiamo negli anni evidenziato come la nostra Regione abbia bisogno di politiche del lavoro orientate alla parità di genere che facciano leva su questi elementi:

📌 strumenti e norme efficaci per facilitare l’ingresso e la permanenza nel mondo del lavoro,
📌contrasto alla precarietà e al divario retributivo;
📌investimenti sull’orientamento, sulla formazione e riqualificazione professionale;
📌 incentivi per l’assunzione di donne e agevolazioni per l’impreditoria femminile.

Politiche del lavoro strettamente legate a quelle del Welfare.
Perché le donne non siano costrette a lasciarlo quel lavoro, o a non cercarlo, quando diventano madri o quando hanno un familiare fragile, in Lombardia c’è bisogno di più welfare e meno voucher.
 
Di un Welfare che funzioni, quello che abbiamo non sostiene le donne, non le solleva dai carichi di cura, perché non offre appoggi: gli asili nidi e i servizi di assistenza domiciliare e territoriale, sono insufficienti e poco accessibili.
E sono stati smantellati presidi fondamentali per la salute della donna come i consultori pubblici.
 
Manca attenzione al lavoro e alla salute delle donne e non c’è rispetto del loro diritto di essere #liberediscegliere: la piena applicazione della 194, non è garantita.
 
Per le più fragili, le vittime di violenza, è ora che la Giunta faccia con convinzione la sua parte come abbiamo più volte chiesto: aggiungendo risorse proprie per sostenere di più i centri e supportare le vittime a ricostruirsi una vita libera.
 
 
La dimensione di genere deve essere trasversale a tutte le politiche pubbliche e va poi misurata: ci vogliono strumenti di monitoraggio e valutazione delle politiche regionali che evidenzino quale sia l’impatto di genere e la ricaduta sulle donne delle norme e delle risorse a Bilancio.
 
Non ci possiamo permettere politiche che non siano efficaci: in nessun ambito. Non possiamo permetterci di aggiungere altri divari ai numerosi che già ci sono.
 
Lo dico chiaro come ho detto in aula: misureremo la giunta e il suo operato su questo metro, perché se per Fontana non esistono le pari opportunità, per noi sono invece una leva formidabile di cambiamento.

Qui trovate il video integrale del mio intervento.

I figli delle famiglie arcobaleno hanno gli stessi diritti di tutti i bambini.

marzo 14, 2023 § Lascia un commento

Piantedosi e il Governo Meloni riportano i bambini figli di coppie omogenitoriali nel limbo.

Il Ministro dell’Interno ha ordinato ai prefetti di vietare ai sindaci le trascrizioni e i riconoscimenti di bambini nati da coppie dello stesso sesso, che potranno avere lo status di figli solo attraverso l’adozione.

Il richiamo arriva ai prefetti con una circolare il 19 gennaio 2023, in cui il Ministero dell’Interno richiama i Prefetti ad «assicurare una puntuale ed uniforme osservanza degli indirizzi giurisprudenziali espressi dalle Sezioni Unite» della Corte di Cassazione «negli adempimenti dei competenti uffici», invitando gli stessi a «fare analoga comunicazione ai Sig.ri Sindaci».

Il riferimento è alla Cassazione che a dicembre 22 ha sancito che la tutela del minore, “figlio” di coppia dello stesso sesso, può essere assicurata ordinariamente attraverso la sua adozione. cancellando di fatto la validità del riconoscimento attraverso la trascrizione dell’atto di nascita da parte delle anagrafi comunali.

Nei giorni scorsi il prefetto Saccone, sempre attraverso una circolare, ribadisce che in Italia non è consentita la registrazione dell’atto di nascita di bambini nati da genitori dello stesso sesso.

Per completezza va citata una sentenza del 2016 della Corte di Cassazione che invece lo consente (Sentenza 19599/16 e 14878/17).

L’intento del Governo è chiaramente discriminatorio e si rivolge ai bambini figli di famiglie omogenitoriali che possono solo a questo punto rivolgersi ai Tribunali per minorenni per richiederne l’adozione speciale, con un iter lungo, costoso e costellato da indagini di assistenti sociali e giudici.

Milano, che negli anni aveva registrato presso la sua anagrafe molti minori figli di coppie omogenitoriali, non potrà più fare trascrizioni all’anagrafe di questi bambini, e sarà ancora una volta solo il tribunale la soluzione per le famiglie che vorranno fare il riconoscimento del genitore non biologico.

I bambini e i genitori hanno tutti gli stessi diritti e dobbiamo con forza riprendere la battaglia politica a fianco delle famiglie arcobaleno perché questa ingiusta discriminazione sia cancellata e questi diritti vengano riconosciuti senza passare dai tribunali.

Assemblea Nazionale PD

marzo 13, 2023 § Lascia un commento

Una assemblea nazionale intensa e partecipata, con Elly Schlein nuova segretaria che ancora una volta trasmette passione e entusiasmo a tutte e a tutti, con una linea politica chiara che ha le sue priorità nella giustizia sociale e climatica e nel contrasto alle disuguaglianze e alla precarietà.

Priorità da condividere e tradurre in politiche quotidiane concrete.

Una segretaria che ribadisce l’impegno a tenere insieme la nostra comunità senza rinunciare ad una linea chiara.

Perché la coerenza e l’unità vanno insieme.

Senza timore di fare autocritica “perché se abbiamo perso elettori e elettrici vuol dire che abbiamo fatto errori” e dobbiamo imparare a riconoscerlo noi per primi.

Condivido che l’opposizione al Governo, ma anche alla Giunta di Fontana, con cui mi misurerò nei prossimi anni, dovrà essere netta e senza sconti, ma sempre accompagnata da una proposta alternativa a quella a cui ci si oppone.

Dovremo imparare a darci “un orizzonte lungo e largo” come ha detto Elly.

È solo l’inizio, e oggi è stata una bella giornata, utile a cominciare a ricostruire una forza di sinistra dura e propositiva, come ha detto Pierfrancesco Majorino.

Buon lavoro a tutti noi e alla nuova direzione nazionale, che di lavoro ce ne sarà tanto da fare, insieme e con passione.

Dove sono?

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