Le indicazioni del Comitato Tecnico sulla ripartenza delle scuole.
Maggio 28, 2020 § Lascia un commento
Su ‘La Stampa’ sono riportate le indicazioni proposte dal Comitato scientifico nelle linee guida sulla riapertura delle scuole; questi i punti salienti:
- riduzione dell’ora di lezione a 45 minuti
- numeri inferiore di alunni per classe
- ingressi scaglionati in fasce orari differenti
Problemi:
- il 48% degli istituti scolastici non ha spazi alternativi per fare lezioni a gruppi più piccoli di ragazzi
- bisogna garantire che ci sia la possibilità i sviluppare relazioni tra tutti gli studenti e in forma collettiva
- mancano gli insegnanti per coprire il raddoppio dei gruppi classe, non saranno sufficienti i precari in attesa di stabilizzazione
La formazione e la #GreenEducation, strumenti efficaci di contrasto al cambiamento climatico
febbraio 26, 2019 § Lascia un commento
Questo il mio intervento nel Consiglio Regionale straordinario chiesto dal Gruppo del Partito Democratico Lombardo.
Sostenere la Green Education
Intervento in aula il 26.02.19 – Seduta di Consiglio Regionale sui cambiamenti climatici – Proposta di Risoluzione: Misure regionali di mitigazione e contrasto ai cambiamenti climatici
Tra le varie attività che Regione Lombardia è chiamata a sostenere e a sviluppare per dare seguito a questa risoluzione, oltre ad esserci il supporto convinto all’economia sostenibile e alla riconversione ecologica, ci devono essere anche progetti e programmi mirati in materia di informazione, formazione ed educazione alla sostenibilità ambientale, oggi declinata come Green Education. Interventi che sono strettaente connessi allo sviluppo dell’economia sostenibile che ha bisogno sia di nuove competenze sia di un cambiamento culturale.
Nel 2017 è stato emanato dal MIUR e dal Ministero dell’Ambiente il “Piano per l’Educazione alla Sostenibilità” corredato da 20 azioni coerenti con gli obiettivi di Agenda 2030 per lo Sviluppo sostenibile. Questo piano valorizza il sistema di istruzione e formazione – dalla scuola al mondo della ricerca – come strumento di cambiamento verso un modello di sviluppo sostenibile
Scuola, Università e Ricerca hanno un ruolo fondamentale nel contrasto al cambiamento climatico, per informare, formare e promuovere azioni e forme di sviluppo sostenibile, sono lo strumento per formare le nuove generazioni a una maggiore responsabilità sul rispetto del territorio, concorrono a costruire la consapevolezza delle conseguenze negative dei cambiamenti climatici sull’ambiente in cui viviamo, e per generare nuove competenze.
Rendere maggiormente consapevoli le nuove generazioni, porta benefici nel presente e nel futuro, è azione strategica nella diffusione della sostenibilità. Il Piano che ho citato, individua tra le azioni fondamentali sia la riqualificazione e l’efficientamento energetico del patrimonio scolastico sia l’educazione ambientale, in coerenza con quel piano anche Regione Lombardia, come altre istituzioni, deve sentirsi chiamata in gioco per attivare percorsi capaci di connettere lo sviluppo “green” e l’innovazione, con l’educazione e la formazione dei giovani, al fine di costruire competenze e conoscenze coerenti con lo sviluppo sostenibile del pianeta, del paese e della nostra regione.
C’è la necessità di attivare processi economici improntati alla sostenibilità, e contemporaneamente di costruire e consolidare competenze trasversali che rispondano a queste necessità urgenti, attivando una più stretta collaborazione tra sistema educativo, territorio e sistema produttivo, cioè tra scuole, agenzie formative, imprese, terzo settore ed istituzioni.
Dobbiamo darci questi obiettivi:
- Accrescere le conoscenze e competenze specialistiche, trasversali e di base, degli studenti per la formazione di nuove professionalità;
- Innovare le competenze tradizionali in chiave eco-sostenibile introducendo contenuti e metodologie didattiche innovative, negli indirizzi scolastici e nella formazione professionale,
- Sostenere la formazione di insegnanti, tutor scolastici e aziendali da coinvolgere nei processi descritti; .
- Promuovere la cittadinanza attiva e consapevole, l’educazione al rispetto e alla valorizzazione del patrimonio ambientale, culturale paesaggistico, il consumo sostenibile, nei bambini e nei ragazzi.
Obiettivi da raggiungere attivando percorsi che partono dai più piccoli per arrivare a coinvolgere gli studenti delle secondarie anche nei progetti di alternanza scuola-lavoro, stimolando le scuole ad un rapporto costruttivo con il territorio e sostenendo la formazione di insegnanti, tutor scolastici e aziendali da coinvolgere nei processi descritti, senza tralasciare di identificare percorsi di orientamento efficaci, nel passaggio tra scuola secondaria di 1° e 2° grado.
Interventi a sistema che possono essere attuati solo con una larga rete di alleanze, cioè in collaborazione con il sistema dell’istruzione, sia con l’Ufficio Scolastico Regionale,sia con il sistema della formazione professionale lombardo, con le università, le scuole di Alta formazione, i Poli di ricerca. Coinvolgendo il Terzo settore, le associazioni di categoria, e le istituzioni culturali, per costruire insieme alle scuole di ogni ordine e grado, dall’obbligo alla secondaria, ai poli accademici, progetti che hanno come focus percorsi innovativi che comprendano i principi della green economy, dell’economia circolare, l’educazione alla mobilità sostenibile e alla sostenibilità, alla corretta alimentazione, alla lotta allo spreco per far crescere cittadini attivi e responsabili.
Come già avviene in altre regioni, anche la Lombardia può attivare protocolli d’intesa per la Green Education, per favorire il processo di cambiamento culturale e orientare di più le competenze delle nuove generazioni verso i principi della Green Economy o Circular Economy. E’ ormai tempo, perché non ce ne è concesso altro.
Chiudo con le parole di Greta Thunberg, una giovane che sta scuotendo i suoi coetanei e i governi del mondo:
“Le persone ci dicono sempre di sperare tanto che i giovani riescano a salvare il mondo. Ma non possiamo, semplicemente perché non c’è abbastanza tempo per permetterci di crescere e prendere in mano la situazione”,
La SCUOLA al centro – Le mozioni a confronto
febbraio 22, 2019 § Lascia un commento
Ringrazio il Dipartimento Scuola e Formazione del Partito Democratico, per avermi invitato ad intervenire ad un confronto a 3 tra rappresentanti delle diverse mozioni per la segreteria Nazionale del Partito Democratico sui temi dell’Istruzione e della Formazione.
Tre i temi proposti al confronto:
- IL RAPPORTO TRA SCUOLA E IL LAVORO
- Il RAPPORTO TRA LA SCUOLA, IL CENTRO E LA PERIFERIA
- LA FORMAZIONE DEGLI INSEGNANTI
Temi caldi anche a fronte delle decisioni prese in Materia dall’attuale Governo.
Ho sostenuto l’importanza di non fare passi indietro sull’alternanza scuola – lavoro (che nella legge di bilancio ha visto dimezzato il monte ore dedicato) . La Legge 107 aveva reso l’ASL obbligatoria per tutte le superiori, con 400 ore nel triennio per gli istituti tecnici e professionalie 200 ore per i licei. Ora la parte obbligatoria sarà di sole 180 ore nei professionali, 150 nei tecnici e 90 nei licei. Ritengo sia un errore e un passo indietro, allo stesso tempo penso che l’alternanza vada sostenuta e rinforzata laddove presenta elementi di criticità: l’omogeneità nell’attuazione dei progetti e la valutazione degli esiti; la maggiore coprogettazione, cooperazione e continuità nei rapporti tra aziende, scuole ed enti di formazione. Nicola Zingaretti per la sua Regione ha voluto istituire un Albo Regionale degli enti ospitanti e un tavolo di monitoraggio (strumenti che utilissimi per renderla più efficace) e contemporaneamente predisponendo un fondo da utilizzare sia per la formazione degli insegnanti preposti al progetto sia per facilitare l’inserimento degli studenti con disabilità. Questa può essere una strada perché la funzione di valutazione dei risultati potrebbe essere in capo ai referenti interni dell’ASL che però devono essere adeguatamente formati e valorizzati , poiché seguire questi progetti significherà anche acquisire competenze specifiche utili per la carriera del docente.
La riflessione sull’istruzione tecnico professionale non può che partire da due dati allarmanti: dal 1990 abbiamo perso 120.000 diplomati degli istituti tecnici; comparto in cui gli iscritti sono calati del 10%, mentre crescono gli iscritti ai Licei. Contemporaneamente nel primo anno di scuola superiore si registra tassi più alti di bocciatura rispetto ad altri anni. Il mio pensiero è che l’orientamento agli studi superiori si faccia forse troppo tardi, e troppo in prossimità dell’iscrizione. C’è anche. e non secondario il tema dello scardinamento del pregiudizio sulla migliore qualità (e status conseguente) dei percorsi formativi liceali. E non ultimo lo scarso investimento sulle attrezzature e le strumentazioni degli istituti tecnici, poco aggiornate per le esigenze delle imprese di oggi. Altra sfida da cogliere è come rilanciare gli ITS istituti tecnici superiori. Se confrontiamo la situazione italiana con quella tedesca dove l’istruzione terziaria professionale ha 900.000 iscritti, e in Italia poco meno di 10.000 (2000 i diplomati nel 2018), ci rendiamo conto che questi studi sono poco valorizzati. Eppure creano le nuove professionalità legate all’industria 4.0 e rispondono alle domande di tecnici specializzati, con una occupabilità molto alta 80/90%.
Altro punto toccato dal dibattito è l’autonomia scolastica, con l’ipotesi che Ministero e regioni potrebbero occuparsi di norme generali e livelli essenziali delle prestazioni lasciando la gestione delle risorse e le scelte progettuali sui curricula alle autonomie delle scuole. Ma ad una delega di competenze maggiori deve corrispondere una maggiore disponibilità di risorse, sia personale e economica, anche per poter programmare percorsi di medio-lungo termine. E’ chiaro che la scuola tre vantaggio se il dirigente può gestire direttamente risorse e personale, sempre che non si trasformi in un burocrate, anziché rafforzare il suo ruolo di leader pedagogico, responsabile degli insegnanti della propria scuola e delle misure per migliorarne la qualità.
Il nodo della validità delle prove Invalsi è più sfaccettato e mi ha sorpreso che da entrambe le rappresentanti delle altre mozioni ci sia stata una difesa a tutto tondo.
Perché sono convinta che le prove possono aiutare a comprendere e a localizzare criticità e sofferenze del sistema scolastico e dell’acquisizione di competenze, e di conseguenza consentono di intervenire per potenziare quelle aree o anni dove le differenze sono più evidenti, investendo di più e meglio (più risorse, più innovazione, più insegnanti qualificati) .
E’ giusto che siano obbligatorie, ma non condivido la loro utilità come requisito di ammissione agli esami, perché restano prove di carattere generale, non efficaci alla valutazione del percorso individuale.
Ultima delle questioni trattate la necessità di ripristinare quel percorso formativo e progressivo in tre anni (il FIT, non ancora partito a dire il vero) per l’abilitazione piena all’insegnamento. Percorso che per la prima volta non costituiva un costo per l’insegnante, ma era retribuito.
Il Governo lo ha cancellato, ripristinando una sorta di concorsone, con la conseguenza che si potrà arrivare prima alla cattedra, ma sicuramente con una preparazione più superficiale. Dobbiamo però considerare che molti insegnanti andranno in pensione (processo accelerato dal provvedimento Quota100), e quindi ci sarà prestissimo necessità di nuovi docenti ben formati. Altro punto fondamentale nell’ambito della formazione dei docenti, dare più opportunità di formazione su nuove modalità e tecniche didattiche, più partecipative, innovative, con spiccate caratteristiche laboratoriali ( ancora troppo poco sono valorizzate); formazione che deve essere offerta a tutti, anche ai docenti già in carriera, non solo ai più giovani.
Una scuola da ripensare.
Maggio 21, 2016 § Lascia un commento
La scuola Foppette in zona 6 può diventare un’occasione per gli anni futuri di riqualificare un edificio ospitando funzioni differenti e complementari: una scuola sia e un centro civico. Un’ottima proposta di un’Associazione Genitori della scuola da anni molto attiva e concreta. Opere che possono richiedere più tempo e pensiero, e opere che possono invece partire subito come la riqualificazione del giardino sul fronte, con erba vera o sintetica, e sul retro, con un corridoio dedicato solo ai bambini e il campetto fruibile anche da parte dei ragazzi dei quartieri. Interventi realizzabili anche in tempi brevi perché questi spazi all’aperto siano anche a disposizione del quartiere .
Può essere invece una strada quella di ripensare a un utilizzo a funzionalità mista dell’intero edificio.
Sarei felice di portare avanti questa proposta nel futuro prossimo.
Bambini e scuole d’infanzia nella città che cambia
aprile 22, 2016 § Lascia un commento
Milano da sempre all’avanguardia nei servizi educativi dei più piccoli, per la ricerca di qualità oltre la quantità dell’offerta. Strada da proseguire per dare risposte alle aspettative dei bambini che pensano grande. come dovremmo fare noi.
queste le mie riflessioni su Arcipelago Milano di questa settimana.
Bookcity: bibliotecari, autori, editori, librai e insegnanti per costruire percorsi comuni per promuovere la lettura nei più giovani
novembre 29, 2013 § Lascia un commento
Come Presidente della Commissione Cultura del Comune di Milano, venerdì 22 novembre, ho organizzato questo incontro dal titolo ” Bibliotecari, insegnanti, autori, editori e librai: i destini incrociati dei promotori della lettura nei più giovani” sulla lettura dei ragazzi. Bibliotecari di Milano e Provincia, librai specializzati per ragazzi e librerie indipendenti, editori e autori per ragazzi, insegnanti e i giovani lettori si sono confrontati su proposte concrete utili a costruire strumenti, modalità e percorsi comuni per promuovere la lettura nei più giovani. Nel ricordo di Roberto Denti, straordinario scrittore, editore e fondatore della Libreria dei Ragazzi che ha dediicato tutta la sua vita alla promozione della lettura nei bambini e negli adolescenti. Sono stati con noi, e hanno partecipato ai lavori, tra gli altri: Gianna Vitali, moglie di Roberto, Zita Dazzi, Anna Spissu, Francesca Archinto di Babalibri, Cristina Honorati, referente del progetto ragazzi delle Biblioteche civiche.
A breve un report dell’incontro.
L’Arte di costruire malintesi: disabilità e scuola.
agosto 3, 2013 § Lascia un commento
Una lettera di una madre al Corsera di alcuni giorni fa, mi ha fatto pensare che troppo spesso l’aver provocato sofferenza con un rifiuto discriminante, quando smascherato, viene poi giustificato con un ‘malinteso’.
La storia é quella di un brillante ragazzino siciliano con disabilitá motorie a cui é stata caldamente sconsigliata l’iscrizione al Liceo Artistico della sua città. “L’Arte non é una disciplina nella quale ognuno ha la possibilitá di esprimersi liberamente'” queste le parole dette alla madre di Michelangelo, nome fittizio, dalla preside del Liceo.
Parole inequivocabili che non solo mettono dubbi, ma chiudono porte che dovrebbero essere sempre spalancate. Anna denuncia ció che avviene tra le mura di un ufficio di Presidenza, da cui nulla trapela. Anna parla per tanti, perché é giustamente stanca di ‘dover continuamente dimostrare che Michelangelo non é un cretini, e che non gli si può negare il diritto di andare a scuola’, e aggiungo io di scegliere la scuola che vuole.
La cosa che mi ha piú colpito di questa vicenda é la negazione dell’arte come mezzo di espressione che puó liberare dai lacci e dalle barriere che una malattia ha imposto.
Non ci può essere malinteso quando a giustificazione di un rifiuto di iscrizione ti viene detto che tuo figlio non potrá mai realizzare una testa di donna in argilla dai lineamenti perfetti. La perfezione tecnica non é l’anima insostituibile dell’arte, sicuramente non é l’unica anima. Simon ha dipinto il quadro che vedete senza avere l’uso degli arti. É un tributo alla leggerezza, mentre le parole della direttrice sono pietre, e pietre pesanti. Credo che chi ha il compito di educare debba per primo avere in mente che le parole possono distruggere e ferire, mentre sono date a chi insegna per costruire, o ricostruire.