Inaccettabile che la Regione tagli i fondi ai teatri accusandoli anche di essersi arricchiti con il Covid.
dicembre 6, 2022 § Lascia un commento
La #giuntafontana Giunta Fontana non solo non si vergogna di aver tagliato i suoi contributi alla Cultura e ai Teatri, ma giustifica i tagli in modo inaccettabile.
Oggi, in Consiglio regionale, ho dovuto ascoltare parole che sono vergognose e che non avrei mai voluto sentire: l’assessore regionale alla Cultura, il leghista Galli, rispondendo a una mia interrogazione sul tema, ha detto testualmente che i tagli sostanziosi dei contributi regionali al settore, culturale, in particolare ai teatri, sono quasi “meritati”.
Parlo di istituzioni eccellenti come il Teatro alla Scala, il Piccolo Teatro, il Centro teatrale Bresciano, che hanno subito una riduzione di contributi regionali nella misura anche del 50% con motivazioni inaccettabili.
Parlo di teatri anche di dimensioni più piccole che hanno visto una riduzione dei fondi del 20% e più.
Galli ha sostenuto che i teatri hanno tanto goduto di ristori per il Covid che hanno fatto finalmente quadrare i loro bilanci.
Sì, proprio così: per l’assessore non è successo niente di grave quando, soprattutto nello spettacolo dal vivo, si è dovuto chiudere tutto, lasciare a casa artisti e maestranze, rischiando di far morire le sale le attività, e affamare chi con la cultura lavora e vive.
Per Galli è tutta una questione di redditività dell’investimento pubblico in cultura, nemmeno il settore culturale fosse una mucca da mungere.
Invece – gli ho risposto io –, i teatri e gli enti culturali prima di fare redditività hanno una funzione sociale, di integrazione e di accrescimento del patrimonio cognitivo delle persone ed è molto offensivo dire che hanno lucrato e guadagnato nel periodo della pandemia, che, al contrario, li ha messi in ginocchio.
Cinema, teatri, musei, sale fanno indotto, sviluppo, lavoro a Milano e in Lombardia creano coesione, contribuiscono alla crescita dei cittadini lombardi.
E, invece, vengono bollati dal loro assessore regionale come degli approfittatori.
Parole inaccettabili e vergognose da chi la cultura la dovrebbe tutelare!

Qui l’interrogazione
e qui il mio comunicato stampa
COMUNICATO STAMPA
Cultura
BOCCI (PD): “SECONDO L’ASSESSORE GALLI CINEMA E TEATRI CON LA PANDEMIA SI SONO ARRICCHITI”
“I tagli alla cultura lombarda? Soprattutto per lo spettacolo dal vivo, secondo l’assessore regionale alla Cultura, il leghista Galli, sono quasi ‘meritati’, perché a suo dire tanto si sono goduti le prebende per il Covid e hanno fatto finalmente quadrare i bilanci. Parole vergognose”, è il commento amaro di Paola Bocci, consigliera regionale del Pd e capogruppo in Commissione Cultura, dopo aver ascoltato, stamattina in Aula, la risposta dell’assessore a una sua interrogazione a risposta immediata sulla questione.
“Chiedevamo di sapere quali motivazioni nel dettaglio abbiano spinto Regione Lombardia a effettuare tagli di quella portata ai contributi per enti culturali , per cinema e spettacolo dal vivo, e quali siano i motivi per cui queste riduzioni siano state effettuate con modalità non lineari ai diversi soggetti, mettendo a rischio la sostenibilità economica degli enti coinvolti, ignorando che la cultura sia leva di sviluppo e di investimento per l’economia e per la coesione sociale della nostra regione”, racconta Bocci.
La risposta è stata scioccante, per la consigliera Pd: “Galli ha dichiarato che ci saranno delle integrazioni, ma non ha detto quando e di quanto. Ed è profondamente sbagliato il ragionamento che ha fatto in Aula che tiene conto solo della redditività dell’investimento pubblico in cultura. Il settore culturale non è solo una mucca da mungere – prosegue Bocci –. Ma l’assessore si è spinto oltre accusando i direttori di non avere capacità manageriali nella gestione degli enti culturali: ha detto testualmente che nei due anni di pandemia tutti i teatri si sono arricchiti, hanno sistemato i loro bilanci. Ha aggiunto che il Piccolo Teatro ha avuto il miglior bilancio della sua storia, con i lavoratori coperti dal Fis, il Fondo di integrazione salariale, e l’acquisizione del Fus, il Fondo unico per lo spettacolo del Ministero, e ha invitato a guardare dentro ai bilanci per capire quanto gli ‘sia andata bene’! Da non credere a quanto abbiamo dovuto ascoltare”.
La consigliera dem ha replicato immediatamente, ricordando all’assessore Galli che “i teatri e gli enti culturali prima di fare redditività hanno una funzione sociale, di integrazione e di accrescimento del patrimonio cognitivo delle persone, ed è molto offensivo dire che hanno lucrato e guadagnato nel periodo della pandemia, che li ha messi in ginocchio. Sono stati anni critici, senza pubblico, senza spettacoli, dove molti enti hanno fatto sforzi economici di tasca propria per integrare i contributi e i ristori ai lavoratori. La motivazione del sostegno maggiore agli enti più fragili non sta in piedi, perché si equiparano soggetti a cui sono destinati fondi di poche decine di migliaia di euro rispetto a enti più complessi e strutturati dove i tagli sono intorno al 50%, oltre un milione di euro per la Scala, e simili percentuali per il Piccolo Teatro d’Europa e per Brescia. Istituzioni che fanno indotto, sviluppo, lavoro a Milano e in Lombardia. Ma ogni teatro, cinema, museo, piccolo o grande che sia, fa cultura, ha funzione sociale, crea coesione sociale, accresce il patrimonio culturale dei cittadini lombardi. E vengono bollati dal loro assessore regionale come degli approfittatori. Incredibile”.
Milano, 6 dicembre 2022
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