Le donne e i rischi di disparità della Fase2 – Work -Life Balance
Maggio 24, 2020 § 1 Commento
Ho già in precedenza evidenziato quanto poco il dibattito pubblico avesse dato rilevanza alla prospettiva femminile in questi mesi di emergenza: le scuole chiuse, lo smart-working che è stato più che smart un over working, l’emergenza nell’emergenza del fenomeno delle violenze domestiche, hanno messo sulle spalle delle donne un carico di fatica da novanta nel periodo del lockdown.
Sul mercato del lavoro il genere fa ancora la differenza, lo sappiamo bene, e le emergenze amplificano i divari.
In questi mesi di eccezionalità, le donne, che già prima della pandemia avevano su di loro i maggiori oneri delle responsabilità di cura, indipendentemente dal livello e posizione ricoperta, hanno visto aumentare ulteriormente questo carico, restando nel contempo escluse dal processo decisionale (salvo poi tardivi riconvolgimenti, a seguito delle proteste).
La Fase 2 è ancora più delicata, perché rischia di lasciare ancora di più le donne in bilico tra “le responsabilità di cura e le necessità del lavoro, se lo hanno e lo conservano, con il timore di dovere, a breve, affrontare senza strumenti e anzi ancora più zavorrate, la conciliazione tra necessita’ familiari e lavoro” (Fuori Quota).
Un sistema di welfare di prossimità insufficiente e inadeguato, rischia di trasformare la ripresa in una trappola. Se aggiungiamo la chiusura delle scuole, e dei servizi educativi e per anziani, e i nonni indisponibili, è chiaro il rischio che finiscano relegate ancora più di prima tra le mura domestiche ad occuparsi di figli e familiari, oltre che del loro lavoro, se ce l’avranno ancora.
E’ quindi ancora più forte la necessità di una svolta: del passaggio dalla considerazione della parte femminile del mondo come soggetto fragile da tutelare, a risorsa su cui investire perche la società intera abbia un reale progresso e un rilancio
Poiché la nostra cultura sconta questo divario, è indispensabile comprendere che ogni scelta politica ha un impatto diverso sulle donne e sugli uomini, e diventa importantissima la proposta elaborata da Fuori Quota di una valutazione di genere ex ante, delle policy, da attuarsi subito.
Qui la presentazione di Stefano Scarpetta dell’OCSE (qui la sua presentazione),e qui la lista di proposte concrete stilate da Fuori Quota.
Letture e ascolti consigliati:
PODCAST
Alessandra Casarico da Lavoce.info – La voce in capitolo: episodio 7 .
Quali saranno gli effetti del Covid-19 sulla partecipazione femminile al mercato del lavoro? Lo smart-working aiuta davvero? Come è cambiata la distribuzione dei compiti di cura all’interno delle famiglie? E le risposte del governo sono state adeguate?
RICERCHE
Il Centro di Ricerca Interdipartimentale Genders dell’Università degli Studi di Milano (www.gender.unimi.it) ha avviato un progetto di ricerca sulla divisione del lavoro domestico e di cura nelle coppie con o senza figli durante l’epidemia di Covid-19 (8 marzo-18 maggio).
Aiutiamo la ricerca compilando il questionario? Grazie!
https://forms.gle/7AKWEohY7sDAJQdB8
ARTICOLI
– Women’s research plummets during lockdown – but articles from men increase
– Why Are Women-Led Nations Doing Better With Covid-19?
– Coronavirus Treatments – If More Women Are on the Board, It’s Likely Safer, New Study Finds
mi sono preso la briga di leggere le proposte che indichi.
Partendo dal presupposto che credo che occorra assolutamente dare più spazio alle donne che continuano ad essere troppo penalizzate in molti casi, posso esprimere dei dubbi su alcune proposte che a me sembrano strumentali solo a una polemica sterile fine a sè stessa?
voglio dire che pensare di poter OGGI, nel pieno di una crisi economica che non ha eguali, pensare di poter “rimodulare” il lavoro smart working secondo criteri più equi tari lo trovo del tutto dissociato rispetto a una realtà dove quel posto di lavoro è probabile che tra poco non ci sarà più. a meno che non si stia parlando di pubblica amministrazione ovviamente. E anche l’attenzione quasi ossessiva alle quote rosa e alla differenziazione per genere rispetto al budget mi pare una battaglia di retrovia rispetto ai grandi temi di cui si dovrebbe parlare.
Vabbè scusa lo sproloquio